Le buone azioni: la raccolta differenziata.
Trasformare i rifiuti in risorse.
I rifiuti solidi urbani occupano un posto di rilievo fra i problemi ambientali.
Tutti cerchiamo di disfarcene scaricando su altri o su altro – l’ambiente – il problema.
E quando , giuste o meno, vengono individuate delle soluzioni scatta , come sta succedendo in Campania, la sindrome di Nimby. Non nel mio cortile, no ad una discarica sotto casa.
Eppure in misura rilevante il problema rifiuti può essere efficacemente risolto con la raccolta differenziata domiciliare.
Pratica già efficacemente avviata in più di 1300 comuni italiani che hanno superato nel 2008 l’obiettivo di legge del 45% di raccolta differenziata.
Il recupero domiciliare dei rifiuti funziona là dove si fa coinvolgendo i cittadini a costruire comportamenti virtuosi in grado di modificare le proprie abitudini .
Che la cosa sia possibile senza grandi traumi, è dato dall’esempio di una città del sud, Salerno , dove 150.000 persone sono passate al porta a porta centrando un sorprendente 70% di differenziata .
Basta spiegarne l’utilità e garantire l’efficienza del servizio.
Una buona differenziazione può allontanare , ove possibile, la necessità di ricorrere alla termodistruzione dei rifiuti , pratica questa invisa alla popolazione che non vede di buon occhio impianti siffatti nel proprio territorio, e, la stessa normativa, permette la scelta della termovalorizzazione solo dopo aver affrontato prioritariamente la minimizzazione del rifiuto e il suo eventuale riciclo o riutilizzo.
Nei nostri rifiuti si nascondono risorse preziose al punto tale da essere chiamati “urban mines” , miniere urbane , per la capacità di creare ricchezza e lavoro.
Separare con la giusta cura umido, carta, cartone , plastica e metallo, consente di aiutare il processo di riciclo permettendo al mercato il più largo utilizzo dei prodotti riciclati.
Eppure questo rappresenta ca. il 35% dei rifiuti e l’avvio al compostaggio di questa frazione del RSU permette al prodotto trasformato – compost – di ridurre l’impoverimento dei suoli e di ricorrere meno all’uso dei fertilizzanti chimici.
Ma ,tutto questo deve essere accompagnato anche da un altro processo virtuoso che deve entrare nel vissuto della gente: la riduzione dei rifiuti domestici. Il mantenimento degli attuali livelli di produzione di rifiuti a cui siamo abituati, è insostenibile per il nostro ambiente.
La pacchia dell’usa e getta deve finire.
Un terzo dei rifiuti domestici è costituito da imballaggi. Buone pratiche di vita come il riuso delle borse in materiale riciclabile per fare la spesa con la conseguente eliminazione degli shopper s in polietilene ( il loro uso doveva cessare dal 1/01/2010 poi prorogato al 2011 ) o iniziative come quella dei detersivi alla spina, scartare prodotti con eccesso di imballo e altro, dovranno entrare nella quotidianità delle nostre scelte se non vogliamo finire travolti.
Valga poi un dato significativo degli sprechi alimentari.
Secondo uno studio dell’Associazione Difesa e Orientamento del Consumatore, in Italia , dal banco del mercato al frigo di casa finiscono nella spazzatura ca. 515 euro di cibo all’anno per famiglia. Dalle mozzarelle al latte, alla verdura ecc. prodotti che non vengono mai consumati ma che sono acquistati a causa del sovraccarico di offerte nei supermercati.
Il Veneto insieme con la Lombardia sono le regioni dove più si è avviata con profitto la raccolta differenziata e dove la gestione dell’umido dà i migliori risultati . Oggi i cittadini del Nord avviano al compostaggio 89 Kg per ab. Contro i 21 Kg/ ab. Del Sud.
Per inciso nel 2009 la nostra Regione si è collocata su un 56,3% di differenziata contro una media nazionale di poco superiore al 30%.
E a Este?
Ad Este la raccolta differenziata si è attestata nel 2009 al 63,9% dal 59.9% del 2008 aggiudicandosi ancora una volta il riconoscimento di Comune Riciclone da parte di Legambiente.
In valori assoluti nel territorio comunale sono stati raccolti nel 2009 rifiuti per 9573 tonn. pari a 587 kg per abitante . Per avere un raffronto , nel 2008 erano 10414 tonn. pari a 618 Kg/ab. E’ significativo sottolineare che con l’attuale livello di selezione del RSU solo una percentuale intorno al 25% del rifiuto , per le ragioni anzidette, finisce in discarica. Si riscontra dunque una riduzione nella produzione di RSU sia della frazione non riciclabile che quella riciclabile. E’ aumentata sensibilmente di pari passo con una maggior sensibilità ecologica la produzione di materiale riciclabile ( carta, vetro, plastica e lattine ) Come si evince risulta ridotta pure la produzione pro capite di rifiuti che però si attesta comunque su valori superiori alla media del Bacino Padova Tre.